Un elefantino da giardino vive sotto a un soffione e ci regala il suo punto di vista dolcissimo sulla diversità e la paura
Pomelo, elefantino da giardino di Ramona Badescu con le illustrazioni di Benjamin Chaud, è il più bel libro per bambini sulla paura che abbia mai letto. Pomelo, elefantino da giardino è il primo volume di una serie molto popolare in Francia, dove è stata pubblicata per la prima volta nei primi anni 2000. In Italia la serie è edita da Terre di Mezzo. Questo libro illustrato è composto da tre diverse storie: “Che proboscide!”, “Pomelo ha paura”,”I giorni spassosi”. Pomelo è dolcissimo e divertente grazie alla narrazione concisa e poetica e alle illustrazioni
“Che proboscide!”, conoscersi osservando la realtà
Pomelo vive sotto un soffione. Intorno a lui tutto è più alto e più grande, a livello visivo questo aspetto è lampante: un elefante, uno degli animali più giganteschi del mondo, è sempre disegnato piccolo rispetto a oggetti, ai personaggi, alla natura. Pomelo è piccolo, è proprio un “elefantino” adatto a stare in un giardino che non è di certo spazioso come la savana. Pomelo, l’elefantino, vive sotto un fiore, un soffione. Ho subito pensato a quella poesia di Giovanni Raboni che si intitola “Cos’è un soffione”, in cui ci si chiede se un soffione non sia un uomo alto e grasso che soffia molto forte.
Il soffione è un fiore comune in tutti i giardini (almeno Europei, credo), i bambini ci giocano, sanno che possono distruggerlo in un momento. A me ha fatto sentire a casa. L’essere un personaggio piccino (in tutti i sensi) in un ambiente rassicurante come un giardino, rendono quella di Pomelo una storia familiare. Pomelo però ha un problema: ha una proboscide troppo lunga. La sua proboscide diventa un ostacolo e lo mette in imbarazzo. Pomelo cerca delle somiglianze tra la sua proboscide e l’ambiente circostante, la paragona, cerca di imitare le forme e le funzioni delle cose che vede per renderla meno strana. Ad esempio la arrotola intorno al collo come una collana, sulla testa come un turbante, ne fa una spirale con per copiare la forma delle chiocciole. Sembra proprio che la voglia far sparire, Pomelo vuole che la sua proboscide non salti all’occhio. Forse la lunghissima proboscide di Pomelo non si presta a fare tutte le cose che si possono fare in un giardino, ma ci sono tantissime altre cose speciali da fare!
I bambini hanno paure complesse?
La seconda storia di Pomelo, elefantino da giardino ruota intorno all’emozione della paura. Quando pensiamo alle paure dei bambini, pensiamo subito a cose concrete come il buio, i mostri, il dentista. Ci sono però altre paure che vengono da qualcosa di meno tangibile come l’ansia e l’angoscia, inquietudini che vengono dalla paura stessa. Le paure possono essere molto complicate e non bisogna avere tanti anni per sperimentarle. Pomelo ha paura di perdere il controllo, di essere sostituito, di non essere speciale, di aver sbagliato qualcosa. Ha paura delle “farfalle perché fanno cose davvero… imprevedibili”, “ha anche paura che la pioggia cancelli tutti i colori. O che all’improvviso sia tutto al rovescio”, “ha paura che se il giardino non è infinito, allora cosa c’è oltre?”. Alcune delle paure di Pomelo elaborate con la delicatezza delle illustrazioni, che smorzano la negatività di un’emozione come la paura, possono sembrare assurde. Invece in questa storia ho ritrovato proprio il percorso mentale di una persona che ha paura e comincia a rielaborare scenari improbabili. La paura spesso ci porta a temere una cosa e il suo contrario, ad anticipare ciò che ci fa soffrire solo al pensiero. La cosa ancora più interessante di questo approccio alla paura, è che la seconda storia di Pomelo, elefantino da giardino non si conclude né con soluzioni né con morali.
Pomelo, elefantino da giardino ritorna ai suoi “I giorni spassosi”
Dopo la paura, tornano i giorni spassosi, quelli in cui ogni angolo del giardino diventa un parco giochi. Gare di corsa con le lumache, tramonti da contemplare e nuotate nella rugiada. Pomelo in questa terza storia, dà il meglio della sua dolcezza, mi sono davvero sciolta quando ho visto Pomelo reggere con la sua lunga proboscide, un’enorme pera: “A pomelo piace fare il pero”.