Il Maialino di Natale | J.K. Rowling

Il Maialino di Natale, J.K. Rowling, recensione

Dove finiscono tutte le cose perdute? In un mondo epico che racconta la perdita, l’amore e il legame con gli oggetti della nostra vita

Il Maialino di Natale, J.K. Rowling; Salani
Il Maialino di Natale, J.K. Rowling
Salani, 2021

C’era una scala di legno, era dipinta d’oro, di rosso e di verde. Collegava i due piani del negozio con una curva a sinistra. Me la ricordo gigante ma forse era una semplice scala vista da una bambina. Ora non esiste più, il negozio lo hanno chiuso molti anni fa. Era la scala del Disney Store della mia città. Il legno della scala non era ruvido, era fatto perché delle manine si arrampicassero per raggiungere la cima, un gradino dopo l’altro. Il corrimano aveva linee ondulate e leggere, ghirigori, avvolgeva come un tornado il centro del negozio. Nel punto in cui la curva a sinistra iniziava c’era uno sgabello con qualche personaggio dei cartoni animati sopra. Un giorno uno di loro è venuto a casa con me, era Flounder, il pesciolino giallo e azzurro della Sirenetta. Quella scala era incantata, forse è una piccolezza dirlo, ma lo faccio per ripercorrerla.

Scrivo di Flounder perché da tanto tempo è disperso. Non c’è più come la scala. Non so quando si è perso di preciso, mi ricordo che a un certo punto mi sono accorta che tra i miei giochi non c’era più. Tra un trasloco, giocattoli donati all’asilo e io che divento grande, Flounder non si è più trovato. Lo abbiamo cercato dappertutto, è diventato un affare di famiglia. Ci pensiamo spesso al peluche perduto, chissà dove si è cacciato, penso spesso a tutte le cose che ho perso e non ho più trovato.

C’era una collana fatta di perline viola comprata a Tarifa, la città dei surfisti. Comprata con la mia amica nell’unica giornata estiva in cui in Spagna non c’era sole. La mia amica è quella dei viaggi tragicomici e le perline avevano venature profonde, erano lucide, fredde. L’ho indossata sempre fino a quando non è sparita nel nulla. Anche a lei penso spesso.

Il Maialino di Natale: ci sono oggetti che raccolgono tutte le nostre emozioni

La storia di ognuno è fatta di luoghi, di persone e di cose. Anche di cose perse, alcune ritrovate, altre lungamente cercate. Ma dove vanno a finire le cose perse per sempre? Qualcuno diceva sulla Luna, la Rowling dice nel Regno dei Perduti. Quanti oggetti abbiamo in casa? La maggior parte sono cose inutili eppure qualcuno di loro è fondamentale. Gli oggetti fanno parte di noi e ci proiettiamo emozioni che solo loro poi sono capaci di evocare. I ricordi li portiamo dentro ma gli oggetti ci regalano la possibilità di toccarli.

Il Maialino di Natale è una storia che normalizza l’attaccamento alle cose. Certo, le cose sono solo cose, eppure per alcune soffriamo e gioiamo, è normale, è umano. Ne Il Maialino di Natale Jack perde Lino, il suo adorato peluche e migliore amico. Puzzolente, appiccicoso, stravolto dai tanti anni in cui ha fatto il suo dovere di bravo peluche. Lo perde per colpa della sorellastra che fa di tutto per risultare odiosa. I nonni di Jack provano a rimpiazzare Lino con un pupazzo identico, Il Maialino di Natale ma per Jack non è la stessa cosa. La notte della vigilia di Natale, “la notte dei miracoli e delle cause perse”, Jack partirà alla ricerca di Lino nel Regno dei Perduti, dove tutte le cose perse aspettano di essere ritrovate.

Un mondo epico per raccontare la perdita e l’amore

Dopo Hogwarts e la fiaba dell’Ickabog, ne Il Maialino di Natale, la Rowling conferma la sua capacità di creare dei mondi indimenticabili e riconoscibili, con delle regole interne tutte loro. Il Regno dei Perduti è perfetto e coerente in ogni suo aspetto. La Rowling scrive l’epico, il leggendario, l’inaudito per raccontare la perdita, il desiderio di essere amati, la necessità di lasciar andare.

Il Regno dei Perduti è diviso in tre citta: la Città di Usa e Getta dove finiscono le cose perse e non cercate, la Città di Dove Sarà Mai e la Città dei Rimpianti che raccoglie ciò che le persone vorrebbero ritrovare con tutto il cuore. Dove di sicuro ci sono Flounder e la collana di perle viola. Gli oggetti vengono spostati da una città all’altra sulla base dell’interesse delle persone. Tutte le operazioni sono gestite dai servitori del Perdente, lo spregevole antagonista di questa storia. Nel Regno dei Perduti non ci finiscono solo oggetti ma anche cattive abitudini (mangiarsi le unghie o scaccolarsi), la speranza, l’ambizione, la felicità, anche le poesie:

"Non aveva capito che non è il costo
a concederti in quel regno il giusto posto,
invece devi toccare un cuore umano
che pianga e si strugga quando sei lontano."

P.S.: nonostante la Rowling stia rivelando delle idee che non possono essere condivise, ho scelto di parlare ugualmente del suo ultimo libro, Il Maialino di Natale. Sono dell’idea che in questo caso, l’opera valga più della persona.

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