L’umorismo e la tenerezza dei libri di Ulf Stark raccontano l’infanzia in maniera unica, ecco le mie storie preferite
Ulf Stark è uno dei miei scrittori per bambini preferiti. Quando ho un suo libro sul comodino, non vedo l’ora che sia sera per leggere. Che l’autobus sia in ritardo per finire il capitolo. Che lo smalto sulle unghie si asciughi per girare le pagine. Perché i libri di Ulf Stark mi piacciono tanto?
Risposta breve: per l’umorismo e la tenerezza dell’autore.
Risposta lunga: d’inverno, quando ero piccola, la mia mamma si svegliava sempre prima di me. Metteva una canottiera bianca e pulita sopra il termosifone, a scaldarsi. Una per me e una per mia sorella. Così prima di andare a scuola, faceva passare le nostre teste nella canottiera calda, poi un braccino per ogni buco, fino a infilarla dentro le mutande che la tenevano stretta. Ancora oggi sentire che la maglia è ferma sotto l’elastico delle mutande mi fa stare bene. Pronta quasi a tutto. I libri di Ulf Stark fanno proprio questo: si assicurano che abbia la pancia al caldo.
Lo so, non è una risposta letterariamente accurata. Ho cercato di rispondere come avrebbe fatto Ulf, puntando tutto su quanto è bello ritornare un po’ bambini.
1. Le scarpe magiche del mio amico Percy
Nei libri di Ulf Stark spesso il protagonista si chiama proprio Ulf. I nomi e i personaggi sono ricorrenti, tra un libro e l’altro si vedono crescere gli stessi bambini. In Le scarpe magiche del mio amico Percy, Ulf è un bambino che cade sempre. In tutti i sensi. Durante l’ora di ginnastica per i piedi (piatti), in cortile, quando si sente impotente di fronte ai dispetti del fratello. Percy invece è l’opposto: è forte e sicuro di sé. Non teme il giudizio di nessuno. Da dove viene questo potere? Dalle sue terribili scarpe, puzzolenti, bucate e anche un po’ strette. Ulf le desidera per poter finalmente fare tutte quelle cose per cui pensa di non avere il coraggio.
Il giorno dopo era nuvoloso, e Percy venne a casa mia.
Il nuvoloso di questa frase è la voce della maestra quando nei temi ci diceva di aggiungere qualche dettaglio per raccontare la giornata. Quel nuvoloso siamo noi per cui il top delle descrizioni era precisare il tempo atmosferico. Ulf Stark restituisce con la scrittura il modo di esprimersi di un bambino. Con pochissime parole, è grandioso.
2. Il club dei cuori solitari
Tor, Arne, Olson e Isabel fondano un club con una grande missione: trovare chi è solo e renderlo il più felice possibile. Ma come si riconoscono le persone sole? Sono quelle che nella cassetta delle lettere non trovano mai un bigliettino da un amico, ma solo le bollette della luce. Il compito è duro ma il Club promette bene, ha regole solide, è organizzato:
Statuto del Club dei Cuori Solitari:
1. Dobbiamo trovare chi è solo al mondo.
2. Dobbiamo renderlo più felice che possiamo.
3. Alle riunioni dobbiamo fare merenda.
Questi quattro bambini, piccoli cupido, proveranno a unire un principe e una principessa. Come in una fiaba che si mettono a scrivere da soli. Con le loro promettenti, solide, organizzate regole.
3. Piccolo libro sull’amore
L’amore è un’esperienza che travolge a qualsiasi età. Tra i libri di Ulf Stark, questo, insieme a Il bambino dei baci, racconta l’amore romantico dei bambini. Quello dei baci e dei pegni, l’amore incerto ed eroico. Non c’è parodia o banalizzazione, c’è una storia d’amore intensa come quelle dei libri dei grandi. Fred è innamorato di Gerda, una compagna di scuola, ha mille domande su come funziona l’amore. Fred le rivela tutte al papà. Non proprio al suo papà in carne ed ossa, ma alla giacca, ai pantaloni, alle scarpe lucide che compongono la sua figura all’interno del guardaroba. Sono i vestiti da festa che ha lasciato prima di partire per il fronte a combattere Hitler, l’idiota con i baffetti. Vi avviso: non per i deboli di cuore.
4. Sai fischiare Johanna? + La grande fuga
Ammetto, qui non sapevo quale scegliere. Alla fine li ho messi insieme, allo stesso punto in questa lista dei libri più belli di Ulf Stark, perché si completano. Il tema è il rapporto con i nonni e con la loro morte. In La grande fuga abbiamo un nonno scontroso e amante delle parolacce ma con un cuore tenero come marmellata di mirtilli. In Sai fischiare Johanna? un vecchietto vedovo adottato in una casa di riposo da un bambino che nonni non ne ha. Questi libri sono l’esempio di come sia possibile, difficile e necessario parlare di vita e di morte in maniera sincera, sia ai bambini che agli adulti. Non per i deboli di cuore pt. 2.
5. Quando si ruppe la lavatrice

Piemme, 1995
Quando si ruppe la lavatrice è un piccolo elogio ai bambini. Alla loro capacità di voler bene, di portare spensieratezza, di aiutare gli adulti ad incontrarsi. Sixten è un ragazzino preoccupato per il suo papà. Da quando la mamma si è risposata, suo padre vive distratto (non si accorge nemmeno che Sixten ha finito i vestiti puliti perché la lavatrice è rotta) e nell’ansia che possa succedere qualcosa di orrendo al figlio. A lui piace stare con il papà però pensa che avrebbe bisogno di frequentare degli adulti qualche volta. Degli adulti tipo una fidanzata. Ritorna l’idea dei cuori solitari, anche se in questo caso i bambini e i pensieri sono cresciuti.
Dedico questo post a Margherita, nata la notte in cui l’ho scritto. Che per te essere bambina sia un’avventura come lo è in questi libri!