Un’adolescenza in mezzo ai pazzi per il biologico: Insalata Mista, un libro che è uno spasso!
La parola “insalata” non fa venire in mente cose felici.
Insalata, dieta, tristezza, rinuncia al cibo vero. Insalata in busta del Pam: 0,99 centesimi, muore nell’istante in cui la guardi. Insalata mista come contorno: al ristorante non ci sono patate. Insalata: cosa ci butto dentro per renderla un po’ più carina? Tutto, tanto che non c’è più traccia di verde.
Margotte, la protagonista di questo libro, cerca di farsi piacere in tutti i modi l’Ardeche come tu fai con l’insalata. L’Ardeche è una regione sperduta tra le montagne francesi, dove resistono solo poche famiglie autoctone, gli invasati del biologico e l’insalata, naturalmente. Ahimè, i genitori di Margotte hanno deciso di trasferirsi proprio lì.
Insalata mista: bella la natura ma non ci vivrei
Avete presente quando vostra madre comincia ad appassionarsi alla quinoa e improvvisamente la penne rigate sono l’incarnazione del demonio? Ecco, a Margotte è toccato il passo successivo: il trasloco in campagna. A riconquisare il contatto con la natura, il gusto delle cose semplici. Per la mamma di Margotte la città è inquinamento e frustrazione. Ma non c’è Parigi, ponte sulla Senna, vie en rose che tenga, si parte tutti per l’Ardeche. Prossima fermata: compost in giardino, formaggio di capra e scorpioni sotto il letto. In più Castagneto, frazione di Morjac, conta solamente diciassette abitanti. Immaginate solo diciassette persone oltre a voi: le probabilità di trovare qualcuno con cui andare d’accordo sono bassissime, soprattutto se si è riflessivi come Margotte.
Da questa premessa si intuisce il mood oh mio dio la mia vita è un disastro della storia. Eppure Margotte non si lagna mai, ogni tanto sbuffa ma affronta l’Ardeche con un grande spirito di adattamento. E l’Ardeche la conquisterà a forza di mele cotogne e avventure.
Conoscere il mondo una lista alla volta
Margotte fa molti ragionamenti, le piace pensare. Una delle modalità che utilizza per decifrare il mondo -quel mondo che le sembra incomprensibile- sono le liste. Elenca le categorie di persone che incontra, inventa delle etichette, fa l’inventario dei compagni di scuola: gli alternativi tendenza rasta, le teste rasate fanatiche di hip-hop, i rockettari e gli sfigati isolati. Lo fa con i membri della sua famiglia: elenco dei ruoli e con gli abitanti del borgo: nativi o neorurali senza pedigree.
È vero, ci hanno sempre insegnato che etichettare le persone è riduttivo, eppure da adolescente chi non ha desiderato appartenere a una casella? Di rispondere con sicurezza alla domanda:
Che cosa sei tu? Che cosa sono io?
Scrittura fresca come l’avere tredici anni
Insalata mista è un libro da leggere per la scrittura. Ha un meraviglioso incipit che sa di menta, freschezza e spensieratezza. Bastano poche righe per entrare in una storia in cui senti che l’episodio esilarante è dietro l’angolo, che ora o fra un po’, ma di sicuro, una battuta pungente ti aspetta.
Il lessico non nasconde niente, non ci sono ritinteggiature per avere un linguaggio da bambini. Tutto ha un nome e quando non lo si trova, c’è la voce di una ragazzina che usa tutte le parole che ha in tasca:
in tale occasione impariamo un sacco di altre parole, come pozzo senza fondo (sinonimo di cesta dei panni sporchi), servitù (il contrario di parità di genere), caos (più elegante di casino, meno stucchevole di baraonda), realizzazione personale (che secondo i miei calcoli è l’esatto contrario di pulire e stirare).
Deliziosa cronaca adolescente!