Una capra tibetana in giardino: che bello prendersi cura di qualcosa!
“Non si può essere tristi con una capretta tibetana”
Direi che per inaugurare Ruminastorie – libri belli e piaciuti, non ci poteva essere storia migliore:
la storia di una capretta tibetana!
Alzi la mano chi conosce la differenza tra una capra normale e una tibetana.
Nessuno? Be’ (beee, ok scusate), a quanto pare le caprette tibetane sono identiche alle capre normali e in più degli ottimi animali da compagnia. Ne sanno qualcosa Edoardo, il giovanissimo protagonista di questo romanzo, e il suo bisnonno Umberto. Edoardo sta attraversando un momento difficile perché la sua mamma sta per sposarsi con un tizio che lui proprio non sopporta. Si chiama Alviero Abbondanza, un nome che secondo Edoardo dà da pensare: abbondanza di cosa? Probabilmente di infinite seccature.
In più il suo “vero” papà è lontano. A fare il dottore, in Zimbawe o forse in Mozambico, non se lo ricorda più. Meno male che c’è il bisnonno Umberto a tirargli su il morale e tra tutte le avventure spassose che vivono insieme, c’è quella di adottare Olimpia, una capretta tibetana.
Vi prego, vi prego, vi prego prendiamo un cucciolo?
Olimpia viene portata a casa di nascosto, come un petardo pronto ad esplodere da un momento all’altro nel mezzo dei preparativi per il matrimonio. Adottare un cucciolo è il sogno di ogni bambino, ma non è da tutti gestire un animale del genere! Edoardo però si impegna e si prende cura della capretta, stare a contatto con lei lo aiuta ad avere un punto di vista diverso:
Siamo andati al torrente tutti e tre, ed è stata una passeggiata incredibile perché eravamo nei soliti posti, ma per la prima volta guardavamo ogni cosa con gli occhi di una capretta tibetana.
Dedicare le proprie cure a qualcosa come un animale domestico ci porta a sviluppare la nostra empatia così come lo fanno le storie.
“La capretta tibetana non è fotogenica: vista da vicino era ancora più bella”
Di empatia ha parlato poco tempo fa la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie durante la lezione di apertura della XXXIII edizione del Salone del Libro. Nei suoi desideri per questo mondo post-covid ci sono l’empatia e il pensiero critico fondati sulla lettura, sulle storie intese come la possibilità di vivere esperienze che altrimenti non vivremmo mai. Di mettersi nei panni di qualcun’altro,
anche in quelli di una capretta.
Per Adichie raccontare e ascoltare le storie degli altri è il punto da cui ripartire per sentirsi vicini, resistendo al pericolo di vedere solo ciò che vogliamo, che ci fa comodo. E forse anche un matrimonio indesiderato può diventare un’opportunità, le storie ci dicono che può accadere qualsiasi cosa.
Anche Edoardo è un lettore, Anna Vivarelli nel colophon ci dice che i libri che legge durante la vicenda sono Il bambino che guarda l’isola di Guido Quarzo e Storie dell’orizzonte di Roberto Piumini, un piccolo espediente metanarrativo che ho molto apprezzato perché ci racconta un dettaglio in più di questo bambino. Ironico, sensibile, un po’ malinconico, deciso a vedere le cose da vicino.
Una capra tibetana in giardino è uno dei titoli che IBBY Italia ha inserito nella sua Honour list 2021, ovvero la lista dei libri più belli per rappresentare l’editoria del nostro paese.
Registrandosi alla piattaforma Salto+ è possibile vedere la lezione di Adichie, speranza e ispirazione.