Dove sei, mondo bello è il romanzo più millennial di Sally Rooney. Ma come si fa a scrivere una generazione?
Dove sei, mondo bello ha quattro personaggi. Ci sono Alice e Eileen, inseparabili dai tempi della scuola, Felix un ragazzo che Alice ha conosciuto su Tinder e Simon l’amico d’infanzia di Eileen. Il libro per metà è una corrispondenza tra le due amiche che vivono lontane, Eileen a Dublino e Alice in una cittadina della costa irlandese. L’altra metà è il racconto di ciò che succede alle ragazze. La duplicità è una struttura che si ritrova spesso in Dove sei, mondo bello, infatti anche ogni mail scambiata tra le due amiche è sempre, più o meno evidentemente, divisa in due. Da un lato Alice e Eileen si aggiornano sulle loro vite, dall’altro discutono di temi sociali, politici, ambientali e di come abbiano un impatto sulle loro vite e opinioni.
Sally Rooney è considerata la scrittrice dei millennial, di tutti coloro nati tra il 1981 e il 1996, la scrittrice che sa cogliere cosa significhi stare nei nostri panni. E titolo di questo romanzo è la domanda di un’intera generazione.
Millennial: quel giusto mix tra overthinking e insicurezze
Alice e Eileen si interrogano su tutti i temi caldi di ogni tipica conversazione tra millennial come il riscaldamento climatico, l’influenza della religione, il senso della bellezza in questa epoca, la preoccupazione di mettere al mondo figli quando sembra che non ci siano prospettive future… che gioia e leggerezza direte voi! Ma assicuro che frequentare millennial ha anche i suoi lati positivi. Questi discorsi testimoniano una grande incertezza e forse tutti i venticinquenni e trentenni di tutte le generazioni prima o poi li hanno affrontati, ma ciò che rende un millennial un millennial è l’overthinking. Ovvero il rimuginare sulle cose, il sentirsi sopraffatti dai pensieri e dalla responsabilità di cambiare le cose in una società che vediamo in difficoltà. Solo che a volte non si sa da dove iniziare e arrivano mille sensi di colpa se esitiamo.
Ah l’ambiente! Ah il patriarcato! Ah il consumismo! Tutto ciò che non funziona nella nostra società e che viene discusso a livello sociale e collettivo, spesso sulle persone crea mille paranoie e ansie. Come se i millennial si sentissero sempre sotto giudizio, il giudizio di chi? Il loro. Io cosa sto facendo? Sì certo dico che il razzismo fa schifo? Ma cosa sto facendo per cambiare le cose?
Dove sei, mondo bello, un romanzo in cui ci si sente vicini via mail
In Dove sei, mondo bello tutti i personaggi, da bravi millennial, hanno la tendenza a convincersi che ogni pensiero sia decisivo, che tutto sia bianco o nero, che bisogna prendere una posizione, una decisone presto. Spesso sono sconsolati, cercano inconsciamente di autosabotarsi, hanno reazioni estreme.
Mi sono chiesta come mai Sally Rooney abbia scelto la mail come forma di comunicazione tra i personaggi, un modo di esprimersi in cui l’interlocutore non ha modo di interagire subito. Leggendo Dove sei, mondo bello mi sono resa conto che le mail richiedono tempo. C’è bisogno infatti di prendersi tempo per digerire quanto letto, per elaborare una risposta, per selezionare cosa e come raccontare. La mail è meno istantanea di quanto si pensi. Alice e Eileen via mail sono più libere di quanto non lo siano dal vivo, nel confronto diretto, negli incontri in carne e ossa. Le mail sono uno sfogo, il confronto i millennial lo trovano ovunque connessi a qualsiasi parte del mondo. Ma l’ascolto?
Scrivere una generazione, il talento di Sally Rooney
Cosa mangiano i millennial in Dove sei, mondo bello? Un sacco di carboidrati pare. Frutta, carne poca. Cosa bevono? Birra, vodka tonic, acqua. Che lavoro fanno i millennial? Dipende, spesso però tanti lavori, più di uno insieme, capita di studiare anni in università prestigiose per poi non arrivare a fine mese. Dove vivono? In città ma devono dividere gli appartamenti perché la vita è costosa e gli stipendi non aumentano. Se non hanno una casa, hanno altre proprietà? Uno su tre ha un’automobile, il resto no. I millennial chiamano Uber, si spostano con i mezzi.
Come si fa a scrivere una generazione? Fare il ritratto di una generazione è come fare quello di una persona, con la sensazione in più di dare voce a tanti che non ce l’hanno. Quali sono i valori dei millennial? Non conta tanto quali siano ma che questa generazione sia in lotta per essere fedele solo a uno. Come nella vita, nel finale di Dove sei, mondo bello, il desiderio di voler organizzare la propria vita intorno a un solo principio centrale e definitivo però poi cade. Il lavoro, l’amicizia, la famiglia? Perché uno deve escludere l’altro? La verità è che in fondo a nessuno importa un granché delle nostre scelte. E siamo solo un filo d’erba in un prato!